Come un cane vagabondo ho percorso le strade che da Baranzate portano a Milano. Portavo con me libri zeppi di pensate eccezionali di menti straordinarie, che avrebbero dovuto, così continuavano a ripetermi, farmi capire di che pasta siamo fatti. A me, però, più che le parole piacevano le figure, anche quelle da dimenticare. Anni tellurici.
Travolto dalle passioni, mi lasciavo scivolare sull’onda aspettando quella perfetta. Ma la perfezione, lo sapete anche voi, non è di questo mondo. Passa il tempo, si succedono vite diverse, ma la passione per le figure è sempre lì, anche per non soccombere mai alle giornate mediocri.
Sono nato a Milano nel 1957, città tuttora testimone delle mie imprese. Ho fatto studi classici che, nonostante tutto, mi hanno permesso di credere all’abbraccio salvifico della bellezza.
Sono un grafico pubblicitario (lo so a questo punto il concetto di abbraccio salvifico mostra la corda) e avrei voluto incontrare gli espressionisti tedeschi, cenare con Marlene Dumas, fare amicizia con Basquiat e bere un paio di birre con Jackson Pollock.